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Mercati comunali come risposta al carovita e all’inflazione senza rinunciare alla qualità. L’appello di Anva Bergamo: «Le amministrazioni non lo diano per scontato e aiutino a valorizzarlo».

6 Luglio 2022

In Bergamasca sono 240 ogni settimana, 4 i mercati storici, 12 quelli con più di cento banchi. Sostenibili per il loro essere naturalmente a chilometro zero, con prezzi più competitivi e ampia scelta.

Il mercato cittadino come risorsa da valorizzare e su cui investire. È questo il messaggio che Anva Bergamo (Associazione nazionale del commercio su aree pubbliche) lancia in questi giorni. Le soluzioni all’aumento dell’inflazione ci sono, quelle per valorizzare la sostenibilità nel commercio anche, ma spesso sono sottovalutate dalle stesse amministrazioni comunali che non si impegnano nella promozione del servizio.

 

«I mercati della Bergamasca sono ancora una forte realtà sul territorio perché ci sono molti operatori professionali e capaci che svolgono la propria attività con impegno e passione» spiega Antonio Caffi, presidente di Anva Bergamo, che nel rilancio anche dell’immagine del mercato come luogo da riscoprire crede fermamente.

«Fra i banchi di un mercato ci sono parecchi operatori, – aggiunge Caffi, – proprio per questo si trovano articoli compresi in una forbice di prezzo/qualità molto ampia. Non solo, la presenza di imprese per lo più a conduzione familiare permette ai commercianti di avere costi di gestione inferiori senza abbattere la qualità dei prodotti».

 

Il riferimento è alle 2040 realtà attive in provincia di Bergamo che si fanno forti di una vendita assistita con indicazioni e consigli per poter dare al cliente il migliore prodotto in base alle sue esigenze e necessità, e questo anche grazie al fatto che l’operatore conosce bene i suoi articoli perché lui stesso compra e vende i suoi prodotti.

«Per il comparto alimentare prendiamo ad esempio frutta e verdura – continua Caffi, – gli operatori si trovano già alle quattro di mattina ai mercati ortofrutticoli per gli acquisti di merce fresca da rivendere subito al mattino sul banco del mercato. Inoltre molti propongono i prodotti del territorio che hanno una produzione di qualità altissima ma limitata nella quantità, introvabili nella grande distribuzione».

 

Nonostante tutti questi aspetti, secondo Anva Bergamo, manca da parte delle amministrazioni comunali la giusta valorizzazione e si potrebbe fare di più in termini di comunicazione, come spiega Antonio Caffi «Spesso i comuni si rivolgono agli ambulanti per valorizzare alcune aree, ne abbiamo esempi anche recenti, purtroppo però altrettanto spesso danno per scontata la nostra presenza mentre per noi è fondamentale costruire una comunicazione che inviti le persone a frequentare i mercati.»

«Non solo – aggiunge Caffi, –  sarebbe auspicabile creare ovunque rapporti con i negozi di vicinato per ampliare e garantire l’offerta commerciale dei singoli paesi».

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