Bergamo Sposi 2021|Virtual Edition

19 · 20 · 21 marzo 2021 Una tre giorni virtuale, occasione di ripartenza per un comparto duramente provato dallo stop forzato delle cerimonie. Confesercenti Bergamo annuncia le date di Bergamo Sposi 2021|Virtual Edition, il tradizionale appuntamento per migliaia di coppie alla ricerca delle proposte migliori per il loro matrimonio, giunto quest’anno alla 23° edizione e in programma dal 19 al 21 marzo 2021. Il salone Bergamo Sposi, ideato da Promozioni Confesercenti e organizzato da Ecspo – che si svolge tradizionalmente ad inizio febbraio nei padiglioni del polo fieristico in via Lunga  –  da oltre 20 anni è un evento fondamentale per chi vuole organizzare un matrimonio, permettendo ai futuri sposi di scoprire brand, idee, tendenze e fornitori locali. L’emergenza sanitaria non ferma dunque uno degli appuntamenti di riferimento a livello regionale che si sposta sul web per una versione interamente online: un nuovo modo di concepire la tradizionale fiera degli sposi, un‘esperienza virtuale che però non rinuncia al contatto diretto con i protagonisti della filiera del wedding, permettendo ai futuri sposi di visitare gli stand virtuali degli espositori e consentendo alle realtà presenti di proiettarsi verso soluzioni già adottate da altri big del settore fieristico. Un segnale importante per l’industria del matrimonio bergamasco che comprende numerose piccole e medie imprese ormai ferme da un anno, tra nozze rinviate e drammatici cali del fatturato: abiti sposa, sposo e cerimonia; accessori; bomboniere, partecipazioni e wedding list; casa (arredo, complementi e servizi), editori e web; estetica e benessere; fiori, allestimenti e scenografie; foto e video; musica e intrattenimento; noleggio carrozze e auto: ricevimento e ristorazione; viaggi di nozze; wedding planner. I recenti dati Istat fotografano per il periodo gennaio-ottobre un crollo dei matrimoni: nel 2019 si sono sposati oltre 195.000 coppie di sposi, con una spesa media pro capite di € 30.000. Nel 2020 l’87% dei matrimoni non sono stati celebrati per via delle restrizioni durante il lockdown, per le misure di contenimento della pandemia (evitare assembramenti, numero massimo di persone in caso di eventi) che hanno riguardato l’intero anno e per radicalizzati problemi legati all’occupazione e alla crisi economica in atto. L’annuncio della versione virtuale della fiera degli sposi bergamasca segue l’eco delle proteste di un intero settore, oggi riunito nelle principali piazze italiane, compresa quella di Bergamo, con l’iniziativa di protesta pacifica “Insieme per il weeding” a sostegno dei lavoratori di tutta Italia del comparto wedding, pesantemente provato da uno stop forzato e senza prospettive certe di ripartenza. Ornella Schenatti, amministratrice di Ecspo Srl: “Con la forza del brand Bergamo Sposi, l’edizione 2021 cambia pelle. Faremo trovare la fisicità di una fiera, fatta di relazioni e persone, ma con una veste nuova: si potrà partecipare comodamente dal proprio divano di casa e visitare gli stand dei circa trenta espositori che, con coraggio e determinazione, si metteranno in gioco su una piattaforma virtuale per superare le difficoltà del periodo. Nessun decreto riuscirà a chiudere in casa i sogni dei futuri sposi che continuano a immaginare il giorno più bello della loro vita. Consiglio quindi alle coppie di sognare, creare e lasciarsi ispirare dalle tante idee e novità proposte dai professionisti di questa Virtual Edition. La fiera sono certa che tornerà ancora in presenza e la organizzeremo con la passione e l’entusiasmo che da sempre ci contraddistinguono”. Fabio Galletti, titolare di Alberto Sposo (Sotto Il Monte): “Dall’inizio della pandemia abbiamo sofferto parecchio e ora ci sentiamo abbandonati e nel disagio più totale: le limitazioni legate al mondo degli eventi hanno compromesso tutto il circuito del settore legato ai matrimoni ed oltre ad aver perso la passata stagione lavorativa ora rischiamo di annullare anche la prossima. Ci siamo da subito attrezzati per rispettare le norme di distanziamento all’interno del nostro negozio, investendo importanti risorse, e da quando abbiamo potuto riaprire ci siamo riorganizzati prolungando gli orari di apertura: il sabato è sempre stato il giorno di maggiore afflusso e vendita, ora stiamo aperti in settimana anche fino alle nove di sera per meglio distribuire la clientela. La richiesta di lavoro c’è ma il problema è la totale incertezza sulle date delle cerimonie che slittano continuamente a causa delle restrizioni. Partecipare anche se virtualmente a Bergamo Sposi è per noi uno stimolo ad andare avanti, a non perdere il contatto con le altre realtà del settore e soprattutto è un segnale di continuità verso tutte le coppie che abbiamo incontrato all’inizio dello scorso anno e che si sarebbero dovute sposare tra il 2021 e il 2022”. Bergamo Sposi2021|Virtual Edition sarà on line sul sito fierabergamosposi.it Facebook | Bergamo Sposi Instagram| bergamosposi

Manifesto delle richieste dei ristoranti e dei pubblici esercizi bergamaschi

Cosa chiedono i pubblici esercizi alla politica: A BREVISSIMO: Io non apro e lo Stato mi sostiene A BREVE: io posso riaprire nel rispetto delle regole come in tutti gli altri settori Come premessa doverosa noi crediamo che il Governo debba capire, in primo luogo, che il settore della ristorazione fa parte della cultura di questo Paese: la ristorazione è fondamentale per la capacità di accoglienza nelle nostre città, per la vivacità delle nostre vie, per l’importanza economica che ha nella filiera agroalimentare, essendone il principale sbocco.  Le nostre Associazioni conoscono bene la rabbia e lo scoramento degli imprenditori che quotidianamente ci chiamano per sfogarsi e avere in cambio spesso solo qualche parola di conforto; il nostro impegno è cercare di tenere canalizzata questa rabbia e indirizzarla verso un obiettivo positivo e comune. Il mondo della ristorazione e tutta la filiera hanno bisogno di programmazione, certezze e investimenti continui. Le aziende del settore non possono strutturalmente accendersi a singhiozzo e, se non possono lavorare, hanno bisogno di essere aiutate a stare in vita. Noi riteniamo che questo non sia il momento della disobbedienza e del tutti contro tutti, né quello della facile strumentalizzazione politica. Inoltre, le nostre Associazioni si dissociano per statuto da ogni forma di protesta che preveda come modus operandi l’infrangere le leggi. Quindi vogliamo tenacemente rimanere fedeli a noi stessi e continuare a credere nel duro lavoro del dialogo costante, e speriamo produttivo, con le Istituzioni. Vogliamo svolgere il nostro ruolo di rappresentanza fino in fondo e coinvolgere tutti gli imprenditori responsabili in un percorso democratico di ricerca delle migliori soluzioni a favore di tutti. Per scendere quindi nel concreto crediamo che i provvedimenti suggeriti di seguito possano davvero segnare una svolta per la categoria e segnare un piccolo grande passo nella giusta direzione in attesa che le condizioni esogene possano migliorare: 1) stanziare, nell’immediato, un ristoro significativo perché i piccoli imprenditori e i loro familiari fanno parte del gruppo, ormai grande, dei nuovi poveri; i fondi servono per salvaguardare posti di lavoro altrimenti persi definitivamente; 2) spostare a fine anno la scadenza della moratoria sui mutui precedenti alla pandemia. La scadenza attuale è il 30 Giugno 2021 ma, considerato che la situazione non è migliorata, riteniamo sensato sospendere i mutui fino a fine anno; 3) raddoppiare il periodo dei mutui concessi con la garanzia dello Stato, in modo da dimezzare la rata e dare più respiro finanziario alle imprese, colte da questa tragedia pandemica nel loro miglior momento di investimento; 4) ammettere ai ristori (come già accaduto a Novembre) anche le imprese con fatturato superiore ai 5 milioni, paradossalmente trascurate dal primo decreto bilancio; 5) entro breve riapertura delle imprese con regole certe e programmazione a lungo termine. Troppo semplice e insostenibile la chiusura delle attività. Servono regole che superino il concetto di coprifuoco, che è sbagliato, anche perché, nel rispetto delle regole, il virus non si trasmette di notte anziché di giorno. È necessario individuare una modalità di servizio che risolva il problema di discriminazione del settore, rispetto a quello degli altri settori produttivi. Serve ripristinare condizioni che aiutino ad un recupero fisico e psicologico dei cittadini e degli imprenditori, rispetto a quanto stanno subendo da mesi. È necessario il superamento della politica di on/off che da un anno non ha risolto il problema della pandemia e ha impoverito il Paese; non è pensabile che questo metodo possa continuare a lungo;    6) sgravi sul costo del lavoro per chi, quando si riprenderà la normalità, avrà mantenuto il 60% della forza lavoro rispetto al dicembre 2019; 7) mantenere i crediti d’imposta per gli affitti, per le spese di adeguamento di sanificazione dei locali e di trasformazione digitale dell’impresa che consentono, tra l’altro, di investire nel delivery; 8) allungare il periodo della cassa integrazione o consentire i licenziamenti prevedendo indennizzi di disoccupazione. Il primo e il quarto punto sono le risorse necessarie per la sopravvivenza delle imprese, soprattutto delle più significative del settore che trascinano con sé gran parte del settore agroalimentare. Il secondo e il terzo invece non comportano spese finanziarie da parte dello Stato, ma aiuterebbero le imprese che hanno investito, dando occupazione e che hanno pagato le tasse. I restanti punti sono per la tenuta del settore di un settore allo stremo fino alla sua ripartenza: Come potete constatare dalla sostanza di questo sintetico documento, in perfetto “stile orobico”, non stiamo solo chiedendo contributi e ristori a fondo perduto, ma anzi cerchiamo di costruire un futuro sostenibile per una categoria che in questi anni, grazie anche ai numeri del turismo, è cresciuta in professionalità, ha investito moltissimo e di questa crescita, siamo sicuri, ne ha beneficato tutto il Paese. I locali pubblici non sono solo luoghi dove si mangia ma esperienze comunitarie e culturali. Sono la vita di un Paese il nostro in particolare.    Roberto Amaddeo                                        Presidente Fiepet                                       Confesercenti Bergamo                            Giorgio Beltrami Presidente Pubblici Esercizi Ascom Confcommercio Bergamo Petronilla Frosio Presidente Ristoratori Ascom Confcommercio Bergamo

Ascom e Confesercenti su manifestazione di protesta

Ascom Confcommercio Bergamo e Confesercenti Bergamo hanno appreso con molta sorpresa della manifestazione di protesta sotto Palazzo Frizzoni di ieri sera e della deriva violenta che ha preso. Rabbia e frustrazione, generati dal difficile momento che molti imprenditori vivono sulla propria pelle, sono comprensibili, ma la determinazione a rappresentare i propri interessi non può mai deviare da forme pacifiche di manifestazione e dal rispetto per chi rappresenta le istituzioni. Facendoci interpreti del sentimento di molti imprenditori e associati esprimiamo solidarietà al Sindaco Giorgio Gori. 

Ascom e Confesercenti scrivono a Fontana chiedendo la deroga per il territorio bergamasco alla chiusura delle attività commerciali e della ristorazione

I presidenti di Ascom Confcommercio Bergamo e di Confesercenti Bergamo, Giovanni Zambonelli e Antonio Terzi, hanno scritto in mattinata al Governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, chiedendo la deroga alla chiusura, stabilita dall’Art.3 Comma 4 del DPCM del 3 novembre 2020, per le attività commerciali e della ristorazione del territorio bergamasco. Tale richiesta è fatta secondo quando stabilisce l’art. 3 comma 2 del DPCM del 3 novembre 2020: “Con ordinanza del Ministero della Salute, d’intesa con il presidente della Regione interessata, puoò essere prevista, in relazione a specifiche parti del territorio, in ragione dell’andamento del rischio epidemiologico, l’esenzione dell’applicazione delle misure contenute di cui al comma4” “I dati sulla curva epidemiologica della nostra provincia – scrivono i due presidenti a Fontana –  evidenziano infatti che non sussiste uno scenario di massima gravità così come stabilito per la zona rossa individuata dall’ordinanza del Ministro della Salute di ieri”. E ricordano che “le imprese della nostra provincia, come da studi elaborati da numerosi soggetti accreditati, hanno già sopportati danni economici pesanti e più gravi rispetto agli altri territori lombardi”. La lettera è stata trasmessa in copia all’assessore Lara Magoni, all’assessore Claudia Terzi e ai consiglieri regionali bergamaschi.

Nuovo DPCM 25 ottobre: bar e ristoranti chiusi dalle ore 18:00

Il commento di Antonio Terzi, Presidente Confesercenti Bergamo Confesercenti chiede al Governo e alla Regione importanti e immediate risorse economiche a ristoro degli imprenditori. Agli esercenti un appello al senso di responsabilità e al pragmatismo già dimostrato negli scorsi mesi e nel corso del precedente lockdown. Il commento di Antonio Terzi, Presidente di Confesercenti Bergamo a seguito del nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato nel tentativo di contenere il contagio da Covid-19. “Le misure di restrizione previste dal nuovo DPCM hanno un impatto gravissimo sulle attività di ristorazione, bar, pubblici esercizi e più in generale sul mondo del commercio e del terziario – dichiara Antonio Terzi Presidente di Confesercenti Bergamo sul nuovo DPCM –, le limitazioni contenute colpiscono anche palestre, piscine, centri benessere, sale giochi e tutta la filiera degli eventi delle cerimonie dello spettacolo.” “Quando si dice che in questa fase è prioritario salvaguardare l’economia e la scuola – prosegue Terzi con riferimento alle parole di diversi esponenti della politica nazionale e regionale – noi siamo molto d’accordo, ma poi francamente non comprendiamo l’accanimento sull’industria del turismo e del commercio come se fossero componenti estranee al mondo del lavoro e delle imprese.” “La chiusura alle 18.00 decreta la fine della ristorazione. Questo mondo non può pagare da solo i costi sociali di questa terribile situazione, delle incertezze e dei ritardi di chi ci governa – commenta Terzi –, dunque chiediamo al governo e alla Regione importanti e immediate risorse economiche a ristoro degli imprenditori. Non ci sono alternative, non c’è tempo da perdere. “Agli esercenti – conclude – chiedo in ogni caso ed anche in questi frangenti di fare ricorso a tutto quel senso di responsabilità e di pragmatismo dimostrato da tutti negli scorsi mesi e nel corso del precedente lockdown.”

L’allarme di ANVA Bergamo, l’Associazione Venditori Ambulanti del territorio

Il settore dei fieristi su area pubblica è in ginocchio e sul territorio bergamasco 500 piccole imprese sono al collasso. L’appello per un contributo a fondo perduto che sostenga la categoria, ferma dal 23 febbraio scorso e con previsioni di ripresa solo dopo marzo 2021. Confesercenti Bergamo e ANVA Bergamo, l’Associazione Venditori Ambulanti del territorio, richiamano l’allarme che la categoria ha lanciato nei giorni scorsi al Presidente del Consiglio, denunciando come ancora una volta, venga colpito ed emarginato un settore, quello del commercio su area pubblica, già messo in grave difficoltà dalle restrizioni fin qui subite. In particolare si fa riferimento allo stop di sagre e fiere, sancito con il DPCM del 18 ottobre scorso e con l’ordinanza di Regione Lombardia (n°623) del 21 ottobre 2020. Una scelta incomprensibile che mette in ginocchio un intero settore, quello degli ambulanti delle sagre e fiere territoriali, che fino ad oggi ha saputo organizzare, in sicurezza evitando assembramenti, eventi che già di per sé si svolgono all’aria aperta. Giulio Zambelli, Presidente Anva Bergamo: “Siamo consapevoli che la salute pubblica debba venire prima di tutto e ribadiamo con forza l’impegno che abbiamo messo nell’adottare protocolli che offrano la massima garanzia in tema di sicurezza, ma l’attuale situazione e lo scenario futuro mettono letteralmente in ginocchio il nostro settore dove è a rischio la permanenza in vita di migliaia di imprese.” “In questi mesi abbiamo collaborato positivamente con le Amministrazioni che avevano in programma delle fiere – spiega Zambelli – e spesso abbiamo trovato soluzioni efficaci per rendere sicuro lo svolgimento; altre volte abbiamo invece constatato l’impossibilità logistica di garantire la sicurezza e di conseguenza non abbiamo organizzato gli eventi. Quello che diciamo con forza è che questo tipo di manifestazioni sono diversissimi tra loro: ci sono fiere con più di cento banchi posizionati in strade strette e ci sono fiere di meno di dieci banchi in spazi enormi!” “Eliminare tout court le fiere non ha senso – sottolinea il Presidente Anva Bergamo –, si deve entrare nel merito di ogni singolo evento perché in questo settore ci lavorano migliaia di famiglie a livello nazionale e sul territorio bergamasco sono circa 500 le partite iva coinvolte. Un’altra cosa che non riusciamo a capire – aggiunge Zambelli – è che alcune Amministrazioni decidano di sospendere già ora, sull’onda del timore e dei dati del momento, eventi in calendario per esempio a febbraio 2021.” “Infine un ultimo appello: come Associazione ci stiamo battendo a livello nazionale e regionale per far ottenere un ristoro economico alla categoria dei fieristi su area pubblica, a fronte del fatto che dallo scorso 23 febbraio non gli è permesso scendere in strada con i banchi di lavoro… speriamo che qualcuno ci ascolti!”

Elezioni Enasarco: agenti e case mandanti chiamate al voto dal 24 settembre al 7 ottobre 2020

Confesercenti e Fiarc unite nella lista “Fare Presto! e fare bene” per una maggior trasparenza e sostenibilità dell’Ente. Si vota anche a Bergamo, online o nel seggio elettorale in Confesercenti Bergamo. Le elezioni per il rinnovo degli organismi di Enascarco, l’Ente previdenziale degli agenti di commercio, rinviate a causa del lock down, sono ormai alle porte: si voterà dal 24 settembre fino al 7 ottobre 2020. Confesercenti Bergamo e Fiarc-Federazione Italiana Agenti e Rappresentanti di Commercio, sono impegnate con obiettivi ambiziosi, proprio in vista delle elezioni Enasarco, nella corsa della lista unitaria “Fare Presto! e fare bene”, in una coalizione che vede anche la partecipazione di Anasf – Associazione nazionale consulenti finanziari e Federagenti. Le tre associazioni nazionali vogliono fornire agli agenti, ai rappresentanti di commercio e ai consulenti finanziari un’organica proposta di riforma e di ricostruzione per una nuova Enasarco. Obiettivo della lista unitaria “Fare presto! e fare bene” – presentata in accordo con la associazioni datoriali rappresentanti delle case mandanti Confesercenti ed Anpit-Associazione Nazionale Per l’Industria e il Terziario – è salvare l’Ente da una gestione ingessata, cambiarne la sua governance e garantire una pensione e un’assistenza degne di questo nome ai circa 220.000 agenti, rappresentanti di commercio e consulenti finanziari. “Le criticità di Enasarco sono tante e profonde” – sottolinea Pierluigi Boschini, Presidente Fiarc Confesercenti di Bergamo – “Oggi è quanto mai necessario un cambiamento di rotta all’interno dell’Ente: l’obiettivo di quest’alleanza è rendere Enasarco più trasparente con una migliore e diversa gestione finanziaria e del patrimonio immobiliare, garantendo trasparenza e diritti alla sua base associativa, quella degli agenti di commercio e dei consulenti finanziari che devono tornare alla guida di Enasarco”. Quattro anni dopo le prime elezioni, agenti, rappresentanti di commercio, consulenti finanziari (circa 4.000 in Provincia di Bergamo) e ditte proponenti (poco più di un migliaio in provincia di Bergamo) saranno nuovamente chiamati a scegliere gli organi di vertice dell’Ente. Una volta costituita, l’assemblea dei delegati eleggerà infatti il nuovo consiglio d’amministrazione. Le votazioni, che dureranno quattordici giorni da giovedì 24 settembre 2020 a mercoledì 7 ottobre 2020, dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 18:00 e il sabato e la domenica dalle 9:00 alle 20:00, si svolgeranno in modalità online attraverso il sistema di voto elettronico predisposto da Enasarco. Confesercenti Bergamo, al fine di promuovere l’esercizio del diritto di voto da parte di tutti gli aventi diritto, allestirà un seggio elettorale ENASARCO presso la propria sede in via Guido Galli 8 a Bergamo, accessibile a tutti gli elettori previa prenotazione di un appuntamento chiamando il numero 035.4207347 o inviando una mail a e.abella@conf.bg.it. Informazioni votazioni Enasarco: www.confesercenti.it

Street Food in piazzale Alpini a Bergamo

Settembre e ottobre: tre weekend all’insegna della convivialità e della cultura del cibo di strada. Primo appuntamento dal 18 al 20 settembre 2020. Torna lo Street Food in Piazzale Alpini a Bergamo, in tre tappe tutte dedicate alle migliori e caratteristiche specialità gastronomiche italiane ed europee, organizzato da Confesercenti Bergamo in collaborazione con il Comune di Bergamo. Dal 18 al 20 settembre (venerdì e sabato dalle ore 10:00 alle 24:00 e domenica fino alle 22:00), negli ampi spazi della rinnovata piazza del centro città, la prima delle tre tappe della manifestazione con ben 23 cucine viaggianti. L’appuntamento con le prelibatezze della cucina tradizionale e di quella più gourmet ritornerà anche nei weekend dal 9 all’11 e dal 23 al 25 ottobre. Durante tutte le tappe il piazzale si trasformerà in un luogo di convivialità e folklore con i caratteristici van su quattro ruote e ingredienti di qualità per tutti i gusti: cucina greca con pita e yogurt, cucina eritrea e indiana, carne argentina, arrosticini abruzzesi, paella spagnola, cucina messicana, crepes olandesi, cannolo ungherese, hamburger di canguro, gnocco fritto, arancini e cannoli siciliani, taralli pugliesi, focacce genovesi, frittura di pesce, polenta taragna e taglieri di formaggi, carne e verdure alla griglia, patatine e ciambelle, birre artigianali, gelati e dolci . Una manifestazione di qualità, pensata per valorizzare la piazza recentemente riqualificata e come occasione di ripartenza di eventi e mercati che possono contribuire, come la recente fiera campionaria, a revitalizzare le attività commerciali del centro fortemente penalizzate dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria e dalla difficile ripartenza turistica. Un nuovo spazio cittadino – raggiungibile comodamente a piedi lungo il viale Papa Giovanna che dalla zona più centrale dei propilei porta alla stazione –, dove trascorrere qualche ora all’aperto degustando le migliori specialità italiane ed europee nel pieno rispetto delle disposizioni sul distanziamento fisico indicate dalle Autorità e all’insegna del bel tempo in questo finale di stagione un po’ particolare. Cesare Rossi, vicedirettore di Confesercenti Bergamo: “Siamo in una delle zone commerciali della città maggiormente colpite dalla crisi post emergenza e proprio per questo crediamo che, sull’onda della grande partecipazione agli Street Food che abbiamo recentemente organizzato in provincia, la manifestazione potrà contribuire alla ripartenza, seppur a piccoli passi, delle attività commerciali del centro città. La seconda tappa, in particolare, ci piace pensarla come uno spin off della diciannovesima edizione di Mercatanti, quest’anno prudentemente sospesa. Che sia di buon auspicio!” Sergio Gandi, vicesindaco del Comune di Bergamo: “Il covid19 ha rallentato il nostro progetto di rilancio di piazza degli Alpini, che è stata trasformata in un grande spazio urbano proprio per ospitare eventi e creare un impatto positivo per tutto il tratto di viale Papa Giovanni che si allunga fino al centro, con benefici anche per le attività commerciali. Lo Street Food organizzato con Confesercenti va proprio in questa direzione, quella di ricucire questa parte di città al centro. Lavoriamo per aumentare i controlli nella zona, anche interloquendo con i commercianti e i residenti della zona, ma è attraverso manifestazioni e iniziative di questo genere che possiamo cambiare volto a un’area su cui ci stiamo impegnando molto.”

International Street Food ad Albino

Da venerdì 11 a domenica 13 settembre 2020 ritorna la quarta edizione dell’International Street Food che si terrà ad Albino in Piazza Pio la Torre, più comunemente conosciuta come piazza del mercato. Dalle 10:30 del mattino a mezzanotte e la domenica fino alle 22.00, sarà possibile gustare le saporite e caratteristiche specialità del cibo di strada, italiane ed europee, grazie all’evento organizzato da Confesercenti Bergamo e dal Comune di Albino. Per tutto il weekend il piazzale si trasformerà in un luogo di convivialità e folklore. Una manifestazione di qualità, pensata per valorizzare la zona e dare la possibilità di trascorrere qualche ora all’aperto, degustando le migliori specialità italiane ed europee. Lo street food, che sa esaltare la cucina “povera” e tradizionale, ha conquistato sempre più consensi negli ultimi anni, fino a diventare un vero e proprio fenomeno di tendenza. Molte piazze del territorio hanno già ospitato questo gustoso format che per l’occasione proporrà più di 15 cucine a cielo aperto con piatti e ingredienti per tutti i gusti: paella spagnola, cucina messicana, crepes olandesi, cannolo ungherese, hamburger di canguro, gnocco fritto, arancini e cannoli siciliani, taralli pugliesi, focacce genovesi, frittura di pesce, polenta taragna e taglieri di formaggi, carne e verdure alla griglia, patatine e ciambelle, birre artigianali, gelati e dolci . La manifestazione, che sarà inaugurata venerdì 11 settembre alle ore 12:00, si svolgerà nel pieno rispetto delle disposizioni sul distanziamento fisico indicate dalle Autorità. Emanuela Testa, assessore allo sport e tempo libero del Comune di Albino: “Siamo alla quarta edizione e quest’anno, nonostante il periodo difficile e particolare che tutti stiamo vivendo, abbiamo deciso di riproporre un evento che nel corso degli anni ha riscosso molto successo. Sarà sicuramente centrale il tema del distanziamento che monitoreremo con attenzione per garantire una manifestazione in completa sicurezza. Ci auguriamo di vivere insieme una tre giorni di festa all’insegna della buona cucina e del bel tempo.” Aggiungi qui il testo dell’intestazione

Stagione estiva

Timidi segnali di ripresa per il settore extra alberghiero di Bergamo Dalla recente pubblicazione dei dati ISTAT del secondo trimestre 2020 si evidenzia un calo senza precedenti degli indici del fatturato delle imprese dei servizi (-26,2 % il dato tendenziale) ed in particolare si rileva come tra i settori più colpiti ci siano quelle attività maggiormente interessate dai provvedimenti di chiusura per il contenimento dell’emergenza sanitaria, quali quelle legate alla filiera del turismo come le attività di alloggio che registrano un calo pari al -88,3%. Una fotografia nazionale in linea con l’andamento del settore extra alberghiero imprenditoriale di Bergamo – 750 case vacanze, B&B e affitta camere censiti sul territorio cittadino – che ha perso in media il 60% del fatturato registrando però timidi segnali di ripresa durante il periodo estivo. Il Presidente dell’Associazione BERGAMOB&B, Paolo Prestini commenta così: “Nelle strutture cittadine fino alla metà di luglio c’è stata una scarsa se non rarefatta presenza turistica a cui è seguita una ripresa con un incremento di presenze fino alla fine di agosto. Ci aspettavamo un turismo da week end che è stato invece più settimanale con in larga parte un flusso di turisti italiani e una discreta presenza straniera di confine proveniente da Francia e Svizzera.” “La media di presenza  è di un paio di giorni nelle strutture di città bassa mentre in quelle del borgo storico di Città Alta si calcola anche un giorno in più di permanenza – osserva Paolo Prestini –. Sicuramente la stagione è partita molto a rilento, soprattutto nei primi mesi, e molti di noi per tener viva l’attività hanno dovuto abbassare i prezzi con offerte il più vantaggiose possibili.” “È stata un’estate difficile a tratti disastrosa se comparata alle stagioni passate, ma nel complesso il flusso turistico nelle nostre strutture ricettive extra alberghiere è stato abbastanza costante, seppur a prezzi ridotti. Ci aspettiamo che la situazione non cambi di molto almeno fino a marzo 2021 e soprattutto fino a quando non ci sarà una reale ripartenza del turismo legato all’aeroporto di Bergamo” conclude Prestini. Cesare Rossi, vicedirettore di Confesercenti Bergamo: “I dati Istat certificano una situazione che non è il segno di un passato remoto ma la fotografia di una condizione ancora negativa in termini di presenze turistiche e di continua sofferenza degli imprenditori del settore extra alberghiero. I timidi segnali di ripresa vanno però altrettanto accolti con favore e riconosciuti come un segnale di buon auspicio per il prossimo futuro. Come Associazione lavoreremo certamente con le Istituzioni locali per individuare e mettere in campo nuove iniziative che possano favorire la ripresa del settore turistico territoriale.”