Utilizzo di locali interrati o seminterrati come luoghi di lavoro

Le recenti modifiche normative e le ultime circolari dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) hanno introdotto significative modifiche riguardo la possibilità di utilizzare locali interrati o seminterrati per attività lavorative, secondo quanto previsto dall’art. 65 del D.Lgs. 81/2008 e dalla Legge n. 203/2024 Anzitutto è necessario chiarire che: piano interrato: piano di un edificio il cui soffitto si trova ad una quota inferiore rispetto a quella del terreno posto in aderenza all’edificio; piano seminterrato: piano di un edificio il cui pavimento si trova a una quota inferiore, anche solo in parte, a quella del terreno posto in aderenza all’edificio e il cui soffitto si trova ad una quota superiore rispetto al terreno posto in aderenza all’edificio. Inoltre è bene chiarire che i locali interrati o seminterrati che vengono utilizzati come spogliatoi, bagni, locali caldaia, vani tecnici, ecc., e quelli nei quali i lavoratori accedono solo occasionalmente, cioè meno di 100 ore/anno, sono da ritenersi esentati dagli obblighi della presente normativa. Per poter utilizzare utilizzare locali interrati o seminterrati per attività lavorative bisogna inviare una comunicazione all’Ispettorato territorialmente competente almeno 30 giorni prima dell’utilizzo dei locali. La comunicazione deve contenere Relazione tecnico-descrittiva dell’attività, che attesti l’assenza di emissioni nocive e il rispetto dei requisiti di cui sopra. Asseverazione tecnica da parte di professionista abilitato, che certifichi: conformità urbanistica, edilizia, igienico-sanitaria e agibilità; idoneità di impianti (elettrico, idraulico, microclima, ventilazione, illuminazione) Entro 24 mesi dall’avvio, è obbligatoria la misurazione del livello di radon (art. 17 D.Lgs. 101/2020), con i relativi aggiornamenti nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR)

Sostegno alla competitività delle strutture ricettive – bando 2025

Il bando apre il 21 luglio 2025. La misura è finalizzata a promuovere gli investimenti delle strutture ricettive alberghiere e non alberghiere all’aria aperta per lo sviluppo competitivo e per la progettazione di offerte innovative anche in ottica di sostenibilità. Sono previste due tipologie di intervento: a) riqualificazione di strutture ricettive alberghiere e all’aria aperta già attive alla data di presentazione della domanda, gestite come imprese; b) creazione di nuove strutture ricettive alberghiere e all’aria aperta, anch’esse gestite in forma d’impresa. La dotazione finanziaria è di 15 milioni di euro. L’agevolazione regionale viene concessa sotto forma di sovvenzione a fondo perduto.   Beneficiari: micro, piccole e medie imprese con sede operativa in Lombardia che gestiscono o intendono avviare: strutture ricettive alberghiere (alberghi, hotel, residenze turistico-alberghiere, condhotel, alberghi diffusi) o strutture ricettive non alberghiere all’aria aperta (villaggi turistici, campeggi). Sono ammessi a finanziamento, nel caso di titolarità dell’immobile in capo al gestore della struttura ricettiva o in capo a persona fisica che non svolge attività economica: arredi, attrezzature, hardware/software, opere edili e impiantistiche, progettazione e direzione lavori (max 8%), spese generali (forfettarie 7%). In tutti gli altri casi di titolarità dell’immobile, Sono ammessi a finanziamento: arredi, attrezzature, hardware/software, oltre spese generali (forfettarie 7%) Il progetto, in tal caso, può anche includere opere edili e impiantistiche solo se strettamente necessarie per l’installazione di questi elementi e fino a un massimo del 20% dei costi ammissibili per l’acquisto dei beni installati Gli investimenti devono essere di almeno 80.000 euro e completati entro 18 mesi dalla concessione, con possibilità di proroga di ulteriori 12 mesi. La domanda di partecipazione al bando deve essere presentata, pena la non ricevibilità, dal soggetto richiedente obbligatoriamente in forma telematica, per mezzo di Bandi e Servizi disponibile all’indirizzo: www.bandi.regione.lombardia.it

Bando Investimenti edizione 2025 – Linea Microimprese

Investimenti – Linea Microimprese è finalizzata a sostenere le microimprese lombarde che intendano investire sul proprio sviluppo e rilancio competitivo, anche in ottica di crescita dimensionale, promuovendo investimenti per interventi di innovazione tecnologica degli impianti e delle attrezzature, anche nell’ottica di favorire la riduzione dell’impatto ambientale dei propri sistemi di produzione e la riduzione dei consumi energetici. La dotazione finanziaria ammonta a 20 milioni di euro di risorse del Programma Regionale Lombardia FESR 21-27 L’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto fino al 50% delle spese ammissibili.L’investimento minimo ammissibile è pari a euro 10.000 e il contributo massimo concedibile è pari a euro 50.000.  Chi può partecipare? Microimprese che, alla data di presentazione della domanda di partecipazione, siano in possesso dei seguenti requisiti: siano microimprese come definite dall’Allegato 1 del regolamento UE n. 651/2014 del 17 giugno 2014 e s.m.i. siano già regolarmente costituite, iscritte e attive nel Registro delle Imprese con almeno due bilanci depositati (oppure due dichiarazioni fiscali presentate per i soggetti non tenuti al deposito del bilancio) abbiano da oltre 12 mesi una sede, legale o operativa, in cui si svolge l’attività produttiva, in Lombardia, nella quale sarà realizzato l’intervento ove applicabile, siano in regola con quanto previsto dall’art. 1 comma 101 della Legge 30 dicembre 2023, n. 213 e s.m.i., in merito alla stipula dei contratti assicurativi a copertura dei danni. Sono escluse le imprese che: Operano nelle sezioni ISTAT A (Agricoltura, silvicoltura e pesca, con l’eccezione delle imprese agromeccaniche iscritte all’Albo) e L (Attività finanziarie e assicurative). Sono attive nel settore della fabbricazione, trasformazione e commercializzazione del tabacco (codici ISTAT specifici). Rientrano nelle esclusioni di cui all’art. 1 par. 1 e 2 del Regolamento (UE) n. 2831/2023 e all’art. 7 del Reg. (UE) 1058/2021. La domanda di partecipazione, corredata dai documenti che saranno dettagliati nel bando, potrà essere presentata nelle tempistiche definite nel bando ed esclusivamente in forma telematica sulla piattaforma Bandi e Servizi.   Per informazioni: Dott.ssa Stefania Giossi E-mail: s.giossi@conf.bg.it Tel. 035 42072254

A Milano nasce la Bottega del credito

È stata inaugurata il 15 luglio a Milano, presso la sede di Confesercenti Lombardia, la prima “Bottega del Credito”, uno sportello dedicato all’accesso al credito per le micro e piccole imprese. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Cassa del Microcredito e Italia Comfidi, è stata presentata nel corso dell’evento “Lombardia che cresce – Politiche e strumenti per le micro, piccole e medie imprese”, che ha riunito rappresentanti delle istituzioni, del sistema creditizio e del mondo associativo per fare il punto sulle esigenze delle PMI del territorio. Si tratta della prima uscita pubblica del nuovo Presidente nazionale di Confesercenti, Nico Gronchi, a pochi giorni dalla sua elezione. Un debutto che sottolinea la centralità del tema credito per l’associazione, e la volontà di partire proprio dalla Lombardia – cuore economico del Paese – per avviare un progetto che ambisce a diventare modello nazionale. Lo sportello offrirà consulenza specializzata e faciliterà l’accesso a microfinanziamenti fino a 75.000 euro, con l’obiettivo di fornire risposte concrete ai bisogni finanziari delle imprese più piccole, quelle con meno di cinque dipendenti, oggi tra le più penalizzate. Secondo le ultime rilevazioni, negli ultimi dieci anni il credito alle micro e piccole imprese (meno di 20 addetti) si è ridotto del 40%, passando da 180 a 109 miliardi di euro. Di questa contrazione, 30 miliardi sono riferibili alle sole microimprese. Nonostante la tenuta del tessuto imprenditoriale lombardo – che nel primo trimestre 2025 ha ricevuto oltre 2 miliardi di euro in finanziamenti – l’accesso al credito resta un ostacolo: le imprese più piccole pagano tassi più elevati (5,5% contro una media UE del 4,8%) e si scontrano con tempi lunghi e requisiti spesso troppo stringenti. “Sosteniamo strumenti che semplificano e velocizzano l’accesso al credito” ha dichiarato Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia. ”La Bottega del Credito si inserisce in una strategia più ampia di supporto alle imprese lombarde per renderle più competitive e per accompagnarle nei percorsi di crescita e innovazione” ”Serve un ecosistema che aiuti le PMI a crescere senza ostacoli finanziari”, ha sottolineato Nico Gronchi, Presidente nazionale di Confesercenti. ”La Lombardia è un laboratorio ideale per progetti come questo, che rappresentano una risposta concreta alle esigenze delle piccole imprese, in particolare nei settori più colpiti dalla crisi degli ultimi anni” ”Vogliamo dare alle microimprese risposte rapide e strumenti su misura”, ha aggiunto Emilio Quattrocchi, Amministratore Delegato di Cassa del Microcredito. ”L’obiettivo è ridurre la distanza tra il bisogno delle imprese e le soluzioni disponibili” “Le difficoltà di accesso al credito sono particolarmente sentite nel commercio”, ha concluso Gianni Rebecchi, Presidente di Confesercenti Lombardia. ”Con la Bottega del Credito vogliamo offrire uno strumento pratico e vicino alle esigenze quotidiane delle imprese, per accompagnarle verso una crescita sostenibile”. Antonio Terzi Presidente di Confesercenti Bergamo commenta: “Questa giornata conferma quanto sia fondamentale unire le forze tra istituzioni e rappresentanze per dare alle nostre imprese risposte efficaci e rapide, in particolare sui temi dell’accesso al credito e dell’innovazione.”

Sostegno per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle PMI

È stato pubblicato il decreto attuativo per  il sostegno all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle Pmi.  Fino al 30 settembre 2025 le imprese potranno presentare domanda di accesso alle agevolazioni per il sostegno ai programmi di investimento finalizzati all’autoproduzione di energia elettrica ricavata da impianti solari fotovoltaici o minieolici, per l’autoconsumo immediato e per sistemi di accumulo/stoccaggio dell’energia dietro il contatore per autoconsumo differito. Le agevolazioni sono concesse sotto forma di contributo in conto impianti e riguardano l’investimento per l’autoproduzione di energia elettrica ricavata da impianti solari fotovoltaici o mini eolici, sia per l’autoconsumo immediato, che per l’autoconsumo differito attraverso sistemi di accumulo e stoccaggio. Potranno accedere alle agevolazioni le PMI operanti sull’intero territorio nazionale ad esclusione delle imprese che operano nel settore carbonifero e della produzione primaria di prodotti agricoli, della pesca e dell’acquacoltura, le industrie ad alta intensità energetica ed alta emissione di CO2. Non sono in ogni caso ammissibili alle agevolazioni le imprese la cui attività non garantisce il rispetto del principio DNSH (non arrecare nessun danno significativo all’ambiente). Le imprese operanti nel settore della produzione, del noleggio e della vendita di veicoli potranno accedere alle agevolazioni solo qualora i ricavi lordi connessi all’attività svolta nell’unità produttiva oggetto dell’intervento derivino in misura pari ad almeno il 50% dalla produzione, dal noleggio o dalla vendita di veicoli a zero emissioni. Le risorse complessivamente messe a disposizione per la misura sono pari a 320 milioni di euro, di cui il 40% riservato alle sole regioni del Mezzogiorno. L’importo del contributo in conto impianti varia in base alla dimensione dell’impresa e alla tipologia di investimento, di seguito: 30% per le medie imprese; 40% per le micro e piccole imprese; 30% per l’eventuale componente aggiuntiva di stoccaggio di energia elettrica dell’investimento; 50% per la diagnosi energetica ex-ante necessaria alla pianificazione degli interventi previsti dal decreto. Ai fini dell’agevolazione saranno ammesse spese non inferiori a 30.000 euro e non superiori a 1 milione di euro, destinate ad una sola unità produttiva del soggetto proponente ed ai seguenti investimenti: l’acquisto, l’installazione e la messa in esercizio di beni materiali nuovi strumentali, in particolare impianti solari fotovoltaici o mini-eolici, sostenuti a partire dalla data di presentazione della domanda di agevolazione; apparecchiature e tecnologie digitali strettamente funzionali all’operatività degli impianti; sistemi di stoccaggio dell’energia prodotta; diagnosi energetica necessaria alla pianificazione degli interventi. Gli investimenti non possono prevedere contestualmente l’installazione di impianti fotovoltaici e mini-eolici ma devono riguardare solo una delle due tecnologie indicate e dovranno necessariamente prevedere la realizzazione di una diagnosi energetica. I programmi di investimento dovranno essere avviati successivamente alla presentazione della domanda ed essere ultimati entro 18 mesi dalla data del provvedimento di concessione delle agevolazioni. Sono ammissibili anche investimenti realizzati tramite leasing finanziario, per cui andranno considerate, ai fini della determinazione dell’investimento ammissibile, le spese sostenute dalla società di leasing per l’acquisizione dei beni oggetto del contratto, ed agevolabili le sole spese relative all’importo dei canoni effettivamente pagati, e quietanzati entro il termine massimo di 20 mesi decorrenti dalla data del provvedimento di concessione delle agevolazioni (al netto degli interessi e delle altre spese connesse al contratto). ______________________ Per informazioni: Dott.ssa Stefania Giossi E-mail: s.giossi@conf.bg.it Tel. 035 42072254

Approvato il bilancio consuntivo 2024

Il Consiglio di Presidenza di Confesercenti Bergamo riunitosi il 17 giugno, ha approvato il bilancio consuntivo dell’associazione al 31 dicembre 2024, confermando una situazione di solidità complessiva sia sotto il profilo economico che patrimoniale. Il numero dei soci paganti il tesseramento registra un lieve calo rispetto all’anno precedente, un fenomeno che continua a riflettere le difficoltà dei piccoli imprenditori nell’affrontare il ricambio generazionale e i profondi cambiamenti nelle abitudini di consumo, con una crescente preferenza per gli acquisti online che accelera la scomparsa dei negozi di vicinato, pilastro delle comunità locali. Il Presidente Antonio Terzi, nel corso della riunione, ha espresso gratitudine agli organismi dirigenti e alla struttura per l’impegno dimostrato durante l’anno, che ha consentito non solo all’associazione, ma anche alle società di sistema, di chiudere i bilanci 2024 con un risultato positivo. Terzi ha inoltre ribadito l’importanza del versamento regolare delle quote associative:«Grazie al contributo annuale degli imprenditori, Confesercenti può operare con continuità e sostenere iniziative a tutela delle piccole e medie imprese del commercio, del turismo e dei servizi. Solo così possiamo affrontare sfide complesse come quelle poste dal commercio elettronico e dalla diffusione dei grandi poli commerciali, che rischiano di svuotare i centri urbani. In questa direzione si inserisce anche il nostro lavoro in relazione con le altre realtà associative bergamasche della piccola e media impresa che trova in Imprese e Territorio un contenitore fecondo di progettualità comune a beneficio del tessuto economico di Bergamo».

Leda Canfarelli, vice presidente Confesercenti Bergamo, eletta nella Giunta della Camera di Commercio

Leda Canfarelli, vice presidente Confesercenti Bergamo, è stata eletta nella Giunta della Camera di Commercio di Bergamo.  La Giunta, organo esecutivo dell’ente, ha il compito di deliberare su tutte le materie non riservate al Consiglio e contribuirà attivamente alla definizione e realizzazione delle politiche volte alla crescita e allo sviluppo economico del territorio bergamasco. La nuova Giunta della Camera di commercio di Bergamo affiancherà il presidente Giovanni Zambonelli nell’attuazione delle linee strategiche dell’ente.La Giunta è composta da rappresentanti dei diversi settori economici del territorio, in un equilibrio che riflette la pluralità e la ricchezza del tessuto imprenditoriale bergamasco. Di seguito la composizione: Presidente: Giovanni Zambonelli Settore Agricoltura: Gabriele Borella Settore Commercio: Leonarda Canfarelli Settore Artigianato: Lorenzo Pinetti Settore Artigianato: Patrizio Ricci Settore Industria: Marco Bolis Settore Industria: Maria Dionisia Gualini Settore Industria: Irene Paccani

Nico Gronchi è il nuovo presidente nazionale di Confesercenti

Passaggio di consegne al vertice di Confesercenti. Dopo otto anni alla guida dell’associazione, Patrizia De Luise lascia la presidenza. Le subentra Nico Gronchi, attuale vicepresidente vicario e presidente di Confesercenti Toscana. Nico Gronchi, imprenditore toscano di 52 anni, è attivo nella distribuzione commerciale di moda e calzature con l’azienda di famiglia ‘Luisa Di Mauro’, fondata nel 1976. Parallelamente all’attività d’impresa, Gronchi ha portato avanti un ruolo attivo nel mondo associativo. Nel 1998, a 25 anni, è presidente della Confesercenti di Certaldo. Successivamente guida l’area Empolese Valdelsa e, nel 2007, Confesercenti Firenze. Nel corso degli anni seguenti ha ricoperto numerosi incarichi in rappresentanza dell’associazione, tra cui quelli nel Consiglio della Camera di Commercio e in Firenze Fiera Spa. Crea a Firenze la Fondazione Sviluppo Urbano, di cui è presidente dal 2015 al 2017. Sempre nel 2015 diventa presidente di Confesercenti Toscana e dal 2017 di Italia Comfidi, la società consortile per il credito alle PMI promossa da Confesercenti. In qualità di vicepresidente vicario, incarico assunto nel 2021, Gronchi subentra come presidente nazionale di Confesercenti fino all’assemblea elettiva che si terrà nel 2026. Patrizia De Luise ha condotto la confederazione di imprese, che associa circa 300mila PMI nel commercio, nel turismo e nei servizi, attraverso alcune delle fasi più complesse della sua storia recente, dall’emergenza pandemica alla ripartenza post-lockdown, fino allo scenario attuale, segnato da inflazione e tensioni internazionali, contribuendo a rafforzarne il ruolo e il radicamento nei territori. Si dimette dall’incarico in considerazione dell’impegno appena assunto alla Fondazione Enasarco.

Lavoro all’aperto nelle ore più calde – l’ordinanza di Regione Lombardia

In considerazione delle prolungate ondate di calore che interessano la Lombardia nel 2025, previste anche per i prossimi giorni, il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha firmato un’ordinanza urgente finalizzata a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori esposti alle alte temperature. Tale disposizione riguarda in particolare: attività edili, cantieristiche in esterni e cave, lavori agricoli e florovivaisti, L’ordinanza, in vigore dalle 00.01 di mercoledì, 2 luglio, e fino al 15 settembre 2025, disciplina il divieto di attività lavorativa all’aperto tra le 12.30 e le 16 nelle aree edili, cave, aziende agricole e florovivaistiche, limitatamente ai soli giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/ – riferita a: “lavoratori esposti al sole” con “attività fisica intensa” ore 12:00, segnali un livello di rischio “ALTO” – e, più specificatamente,  sul sito https://app.worklimate.it/ordinanza-caldolavoro   IL TESTO DELL’ORDINANZA

Divieto di commercializzazione delle infiorescenze della canapa

divieto commercio cannabis light

Il c.d. “decreto sicurezza” è diventato legge (9 giugno 2025, n. 80). Al suo interno sono confermate le disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa che rendono illegale la vendita negli esercizi commerciali della cosiddetta “cannabis light”, con la possibile irrogazione di pesanti sanzioni, anche penali. L’art. 2 della legge n. 242/2016 consente, come è noto, che dalla canapa coltivata si possano ottenere, fra gli altri prodotti, alimenti e cosmetici ottenuti esclusivamente nel rispetto delle discipline dei rispettivi settori e coltivazioni destinate al florovivaismo professionale. All’art. 4, la norma prevede inoltre che, qualora all’esito del controllo il contenuto complessivo di THC della coltivazione risulti superiore allo 0,2 per cento ed entro il limite dello 0,6 per cento, nessuna responsabilità è posta a carico dell’agricoltore che ha rispettato le prescrizioni di cui alla presente legge. A seguito dell’approvazione di tali norme si è sviluppato un notevole commercio di prodotti derivati dalla coltivazione della canapa e contenenti una percentuale di THC nei limiti indicati. A tale situazione sono succedute conseguenze importanti anche nel panorama giudiziario, fino alla sentenza di Cassazione delle Sezioni Unite, n. 30475 del luglio 2019, che ha di fatto consentito agli esercizi specializzati la continuazione dell’attività di vendita, nella considerazione che i giudici di merito, in un eventuale giudizio, potrebbero concludere con l’esclusione della colpevolezza dell’imputato vista l’oscurità del testo legislativo, come spesso in effetti avvenuto. Il “decreto sicurezza” ora convertito in legge prevede che, al fine di evitare che l’assunzione di prodotti costituiti da infiorescenze di canapa (Cannabis sativa L.) o contenenti tali infiorescenze possa favorire, attraverso alterazioni dello stato psicofisico del soggetto assuntore, comportamenti che espongano a rischio la sicurezza o l’incolumità pubblica ovvero la sicurezza stradale, si approvino una serie di modifiche alla legge n. 242. In primis, le nuove norme prevedono il divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa coltivata ai sensi del comma 1 dell’art. 1 della legge, anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti o costituiti da tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli oli da esse derivati. In caso di violazione del divieto, si applicano le disposizioni sanzionatorie previste dal titolo VIII del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti, di cui al dPR n. 309/90. È invece consentita la lavorazione delle infiorescenze per la produzione agricola dei semi, di cui alla nuova lettera g-bis) del comma 2, aggiunta dal decreto (produzione agricola di semi destinati agli usi consentiti dalla legge entro i limiti di contaminazione stabiliti da decreto del Ministro della salute). Un discorso a parte va fatto per le rivendite di generi di monopolio (tabaccherie), le quali sono assoggettate al rispetto dell’art. 45 della legge 7 luglio 1942, n. 907, sul monopolio dei tabacchi, laddove prevede che la vendita dei succedanei del tabacco è vietata, divieto confermato dal capitolato d’oneri in essere con ADM. Sulla base di tali norme e regole, e della considerazione della “cannabis light” come succedaneodel tabacco (una considerazione che si evince dai comportamenti fattuali dell’ADM) si sono spesso verificati sequestri di “cannabis light” in quelle rivendite che, in mancanza di una comunicazione chiarissima in merito da parte dell’ADM, hanno ritenuto di commercializzare il prodotto.Ovviamente, le novità legislative impediscono tale commercio anche in tabaccheria, al di là del problema dell’osservanza del capitolato, in relazione al divieto “in assoluto” di commercializzare le infiorescenze della canapa.